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Intervista: "Bros Hog", orgoglio italiano !

6/28/2017

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Oggi, belli freschi dalla sfavillante prestazione in terra francese, intervistiamo i "Bros Hog", un Team con grande esperienza e risultati da capogiro!

Parlateci di Voi.

Il team è composto da Alessandro Iorio, Andrea Lo Monaco e Carlo Alvaro. Ci siamo conosciuti, pur abitando distanti (Roma, Ferrara e Brianza), in quanto eravamo tra i primi coach di BBQ4All, azienda che offre corsi di cottura "barbecue" in tutta Italia. Iniziamo a fare gare con il nome di BBQ4All Defenders, con cui nel primo anno di competizioni portiamo a casa due titoli di Reserve Grand Champion, l’anno successivo il titolo di Grand Champion a Praga, ed altri risultati prestigiosi come le vittorie di categoria ribs al Prime Uve 2016, ed altri piazzamenti importanti in tutta Europa. Successivamente, nell'ottobre del 2016, terminiamo la collaborazione con quest'azienda (concentrata più sulla divulgazione), per focalizzarci e dedicarci totalmente al barbecue competitivo. Facciamo l’ultima gara ufficiale con il nome Defenders negli Stati Uniti d’America, partecipando all’American Royal – World Series of Barbecue, in Kansas City, dove nella gara Invitational ci togliamo la soddisfazione di arrivare ventunesimi in categoria pork, su 180 tra i migliori team da tutto il mondo, e concludendo in una onesta metà classifica. Oggi siamo, tra gli italiani, il team con più gare alle spalle, con più titoli in bacheca, l'unico team italiano ad aver vinto all'estero (Praga 2016 - Burton Upon Trent 2017, Saintes Marie de la Mer 2017), il team italiano ad aver ottenuto il miglior risultato negli Stati Uniti (21° posto di categoria ai campionati del mondo "invitational", su 180 team internazionali), l’unico team italiano (insieme a soli altri 3 team europei) ad essere entrato nell’esclusivo club 700+ di KCBS, che raccoglie i team che siano riusciti a superare la soglia di 700 punti (ricordiamo che il massimo possibile è 720 punti). In meno di tre anni, oltre ad aver partecipato alle competizioni, abbiamo pubblicato un ebook (Burger 101), svolto una masterclass presso la prestigiosa sede Weber Grill Academy a Campo Tures, ma soprattutto sviluppato una nostra linea di rub (miscele di spezie), chiamata OH MY RUB!, venduta in Italia ed a breve in tutta Europa. Siamo molto orgogliosi di questo perché utilizziamo solo ed esclusivamente il nostro prodotto durante le competizioni e continuiamo ad avere riscontri sempre più positivi, dimostrando che il “made in italy”, in campo gastronomico, può sempre dire la sua, anche in un settore che sembra lontano da quello della nostra tradizione come il barbecue americano.

Da dove nasce la vostra passione per il bbq?

Innanzi tutto dobbiamo dire che tutti e tre proveniamo da famiglie in cui la cucina ricopre un elemento molto importante. Nel caso di Andrea e di Ale a livello addiruttura professionale, nel caso di Carlo parliamo di cucina “casalinga”, ma con una grande tradizione.
Se ad una passione così radicata aggiungiamo quel sano “sogno americano” che in fondo un po' tutti coltivano, è semplice capire come quello per il bbq sia stato un vero e proprio colpo di fulmine.

Cosa vi ha affascinato tanto del mondo delle gare, tanto da decidere di gettarvi anima e corpo in queste competizioni?

Questa è facile. Siamo tre agonisti. Non c’è un modo più articolato per dirlo. Siamo tre persone che se si trovano davanti ad una competizione vogliono vincerla. Tutto qui. Quell’adrenalina vale tutti i soldi, tutto il tempo, tutti i sacrifici.

Al di là dell'aspetto agonistico, come vivete le gare?

Molti racconteranno che le gare sono un bellissimo momento per vedere vecchi amici, ed è vero.
Nel nostro caso è ancora più vero perché abitiamo distanti, e basta rivedersi perché sia una festa. Essenzialmente è il nostro momento, in cui finalmente ci rivediamo, sembra assurdo, ma è sempre una cosa che ci emoziona. A questo aggiungiamo che ormai, dopo 17 gare a livello internazionale, in Italia, ed in Europa, conosciamo praticamente tutti, quindi le prendiamo come dei grandissimi momenti di condivisione.

Cosa pensate del movimento bbq italiano?

Così come vale per noi tre, l’italiano in generale ha un ottimo rapporto con la cucina, si dice che sia l’unico popolo a parlare di cibo perfino mentre mangia. Abbiamo una grande tradizione di griglia e il barbecue è solamente l’altra bellissima faccia della medaglia. Crediamo sia assolutamente fisiologico che un italiano si innamori e si affezioni a questa tipologia di cottura. La carne è carne, il carbone è carbone, il fumo è fumo, e questo a prescindere dal dispositivo utilizzato, o dal circuito cui si partecipa. Abbiamo ottimi amici che fanno barbecue, tutto il resto non ci interessa.

Ci sono due circuiti di gare in Italia. Quali differenze hanno tra di loro?

Premettiamo che al circuito WBQA, purtroppo, non abbiamo mai partecipato, quindi è difficile esprimere un giudizio personale. Nello stesso tempo, per noi non è difficile affermare che siano due circuiti diversi e niente affatto concorrenti. La KCBS è nulla in più che un ente sanzionatorio. Non entra nel merito dell’organizzazione delle gare, né di eventi, né della formazione dei team. Si preoccupa semplicemente di formare un numero di giudici adeguato e metter loro a disposizione per le gare. WBQA, che qui in Italia ha la sua massima espressione nel circuito NBC, parte invece dalle basi, formando giudici e partecipando attivamente all’organizzazione delle gare.
Riguardo le gare ci sono molte differenze: In KCBS sono 4 le categorie principali, ovvero Chicken, Ribs, Pork, e Brisket; Le categorie extra sono varie ed eventuali, a discrezione degli organizzatori, ed hanno un’importanza “trascurabile”. In WBQA alle 4 categorie obbligatorie si aggiunge anche il Fish, le categorie extra sono molte, comunque “codificate”, e seppur non concorrano alla vittoria finale hanno un rilievo molto più marcato. NBC sta lavorando ad un vero e proprio campionato italiano, KCBS in Italia ha qualche gara che fa comunque sempre parte del circuito europeo. Questo significa che in WBQA, salvo partecipare ai Mondiali, si compete quasi sempre con altri team italiani, con esperienza, salvo pochi casi, simile. In KCBS è molto più probabile competere con team stranieri, con esperienza magari decennale se non più datata. Questo rende secondo noi KCBS più complicata a livello tecnico sulle 4 preparazioni principali, mentre in WBQA resta la difficoltà ed il piacere di confrontarsi su molte più categorie.

Voi, che più di altri, avete esperienza internazionale, potete meglio giudicare la qualità tecniche dei team italiani. Questo vento che sa di hickory è sostenuto da una qualità crescente?

I team italiani hanno grandissime potenzialità, e non è un caso che in questo preciso momento siano ai vertici delle classifiche europee. La crescita passa attraverso un impegno sia fisico che economico. Non è un caso che i team che ottengono risultati migliori siano quelli che hanno viaggiato di più. Il barbecue “scolastico” italiano è un barbecue di trenta anni fa e viaggiando lo si percepisce in maniera evidente. Gli italiani possono segnare il passo, ma devono avere l’umiltà di uscire, imparare, e solo successivamente innovare.

Hot & Fast, siete l'unico Team italiano ad utilizzare questa tecnica o sbaglio? 

Siamo arrivati all’American Royal con il nostro bagaglio di una decina di gare fatte. Gare in cui però, a dispetto dei risultati già ottenuti, nessuno di noi tre poteva sentirsi pienamente soddisfatto delle proprie preparazioni. A Kansas City abbiamo avuto modo di assaggiare, parlare con pitmaster importanti, guardare, e la domanda che ci siamo fatti è stata: “ma cosa abbiamo fatto fino ad ora?” (curiosamente la stessa domanda che si è posto uno dei partecipanti al nostro bootcamp). E’ stata una rivelazione, da lì tutti gli incastri hanno pian piano trovato il loro posto, abbiamo iniziato a lavorare sulla H&F, e non è un caso che nella mezza stagione appena trascorsa abbiamo vinto più che nelle precedenti due stagioni complete.

Andiamo oltre le gare e affrontiamo un tema etico. Cosa ne pensate del movimento vegano?

Ognuno ha il diritto di fare ciò che crede nel rispetto degli altri. Noi non ci sogneremmo mai di criticare un vegano per la sua scelta, così come ci aspetteremmo di non essere criticati per la nostra (soprattutto considerando che chiunque si stupirebbe di quanta poca carne mangiamo). Crediamo che, come spesso accade, la verità sia nel mezzo. Gli allevamenti intensivi sono spesso una barbarie sia dal punto di vista della vita dell’animale, sia dal punto di vista della carne che poi risulta da tutto questo. E non siamo noi a dirlo. Ci sono macellai importanti che si battono su questo punto. Noi crediamo che un consumo consapevole di carne sia la scelta più equilibrata. Tornare, come prevedeva la nostra tradizione, a mangiare carne magari solo una volta alla settimana, e rendersi conto di quanto sia profondamente sbagliato che costi troppo poco. Critichiamo gli "all you can eat" a 10 euro, ma comprare il pacco famiglia di fettine non va troppo distante.

Se doveste identificarvi con una vostra preparazione quale sarebbe?

Difficile forse “identificarsi”. Quello che però possiamo dire è che a differenza di altri team in cui “tutti fanno tutto”, ognuno di noi 3 gestisce in autonomia le proprie preparazioni, per cui è inevitabile che dopo tutto questo tempo, gare e training compresi, ognuno sia un po' entrato in simbiosi con le proprie cotture. Alessandro con le ribs, Andrea con il pork, Carlo con chicken e brisket.

Un saluto per tutti i Tipi da griglia che leggeranno questa intervista.

Ricordate sempre che il barbecue è festa, un’emozione condita di fumo e condivisione. Buona brace a tutti.

Tipi da griglia

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1 Comment
Judy Romero link
12/25/2020 07:04:15 pm

This is a great post thannks

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