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Da Masterchef: "Michele Pirozzi". Lontani dalla griglia, è roba sua !

7/31/2017

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Oggi siamo in compagnia di uno dei concorrenti più simpatici di tutte le edizioni di Masterchef Italia. 
Stiamo parlando dell'impresario di pompe funebri di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, ovvero Michele Pirozzi. 
Durante l'ultima edizione del fortunato programma di cucina, questo ragazzo si è fatto notare, non solo per la sua simpatia e per il suo carattere solare, ma anche e soprattutto per le innate qualità di cuoco. Apprezzato e stimato dal pubblico, ha giocato sempre a viso aperto e con il sorriso sulle labbra. Doti queste che non sono passate inosservate. 
Gli abbiamo posto qualche domanda. Buona lettura.
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Cosa ti ha portato a partecipare all'ultima edizione di masterchef. Raccontaci quale è stato il tuo cammino per arrivare ad indossare il tanto agognato grembiule.

La mia partecipazione a masterchef? E' iniziato tutto per gioco...
Ho sempre avuto una passione per la cucina e mi dilettavo a far assaggiare le mie creazioni a parenti e amici!
A spingermi a partecipare al programma sono state le mie nipoti e mia cugina, che da anni, seguendo masterchef, mi hanno invogliato ad inviare la domanda, e cosi è iniziata la mia avventura.
Il cammino verso il grembiule è stato lungo, le prove da affrontare sono state tante e coloro che insieme a me inseguivano questo sogno erano altrettanto bravi, me la sono giocata meglio che ho potuto e alla fine è andata bene.
Incontrare i giudici nelle fasi finali delle selezioni è stato emozionante!
Dover dimostrare il mio talento a persone che di cucina ne sanno una più del diavolo è stata una bella sfida, ma con la mia semplicità sono riuscito a conquistare i loro palati e il tanto agognato grembiule.

Durante a trasmissione si creano legami, in alcuni casi anche molto forti, con altri concorrenti. E' stato così anche per te?

Sicuramente l'esperienza di Masterchef mi ha fatto conoscere persone meravigliose. Stando a contatto 24 su 24 con persone che condividono il tuo stesso sogno, spinge a legami a volte anche molto forti. Sono nate belle amicizie all'interno del programma, ci supportavamo e sopportavamo a vicenda, c'era competizione, sicuramente, ma era una competizione sana e amichevole e ognuno a suo modo mi ha insegnato qualcosa. Poi io ho un carattere molto socievole ed espansivo, quindi è stato anche facile instaurare dei rapporti solidi e duraturi che tutt'ora coltivo, ad un anno dalla fine del programma.

Se guardi indietro e ripensi al tuo percorso nella cucina di masterchef, cosa ricordi con maggior soddisfazione e quale è il tuo rammarico più grande? 

Il percorso è stato lungo e spesso impegnativo, e di cose da raccontare ce ne sarebbero parecchie.
Il mio più grande rammarico è stato quello di non essere arrivato alle battute finali, mi sarebbe piaciuto tantissimo, ad esempio, scontrarmi in finale con il Drago della cucina Valerio, mio grande amico!
La mia più grande soddisfazione è stata, invece, ricevere i complimenti dal grande Igino Massari, quando definì i miei bignè "quasi professionali": non so descrivere l'emozione che ho provato, perché ricevere un elogio da un Genio della cucina come lui, beh non è da tutti i giorni!

Come sai il nostro blog parla di cucina in generale, ma principalmente del mondo dei barbecue e delle griglie. Che rapporto hai con le braci ardenti?

Questa è una bella domanda!! É sicuramente il mio campo, tanto che tra amici e parenti sono conosciuto come il "Re della griglia" ahahahah, quando si organizzano scampagnate, o gite, tutti sanno che la griglia è roba mia!
Mi diverte molto cucinare tra "i carboni ardenti" cibi come carne, salsicce, ma anche pesce. Trovo che questo tipo di cottura esalti estremamente il sapore di queste pietanze, e poi non manca mai il tocco alla Michele!!

Dopo avere terminato la tua esperienza in Tv ti si è aperto un mondo. Cosa è cambiato nella tua vita?

Sicuramente il programma, essendo molto seguito, mi ha dato una certa "popolarità" inaspettata.
Le persone per strada mi riconoscono, mi salutano, mi chiedono foto, dimostrandomi il loro caloroso affetto. Mi contattano sui social chiedendomi consigli sulla cucina, o più semplicemente per complimentarsi con me per il mio percorso.
Non credo di meritare tutto questo, ma li ringrazio infinitamente!
Mi trattano come se fossi loro amico e questa è una cosa meravigliosa, perché vuol dire che con la mia semplicità sono riuscito ad entrare nei loro cuori!

Attualmente quali sono i progetti che stai portando avanti e quali ancora nel cassetto per il prossimo futuro?

Grazie al programma ho avuto una certa visibilità che mi ha portato a partecipare ad inaugurazioni, feste, dove ho potuto mettere in pratica tutto quello che ho imparato nella palestra di Masterchef. Progetti ce ne sono parecchi, ma per ora non posso parlarvene, ma state sicuri che ne vedrete delle belle! I sogni non sono fatti per rimanere nel cassetto, bisogna mettercela tutta per realizzarli e io sto lavorando perché diventino realtà! 

Un saluto per tutti i Tipi da griglia che leggeranno la tua intervista

Un caloroso abbraccio a tutti i lettori di "Tipi da griglia", che la vostra vita possa essere sempre ardente!!!

Ricordiamo a tutti i lettori di "Tipi da griglia", che tutte interviste ai concorrenti di Masterchef, oltre che sul nostro sito e sulle relativa pagine social, saranno riproposte sulla nascente pagina facebook: "Masterchef Italia Fans Club".

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Ricetta: Patata alla provola affumicata.

7/30/2017

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Non potete stare lontano dal vostro barbecue? 
Vorreste preparare qualcosa di sfizioso? 
Noi, oggi, vi proponiamo una patata alla provola affumicata.
Un piatto semplice, ma al contempo bello da presentare e ottimo nel sapore. 
Per prima cosa si scelga una patata corpulenta e la si scavi leggermente al centro. Questo ci permetterà di adagiare successivamente la nostra provola, proprio come se fosse una barchetta.
​Accendete il vostro Kettle.
Noi abbiamo utilizzato il nostro fido
Alex 57 di Dolcevita Barbecues . 
Predisponete il tutto per una cottura indiretta e non appena pronte le braci e posizionate lateralmente aggiungete chips di legno per l'affumicatura. Noi abbiamo utilizzato del castagno. 
Ci preme sottolineare che non abbiamo avuto bisogno di bagnare preventivamente le nostre chips, in quanto non avevamo intenzione di abbassare la temperatura di esercizio e soprattutto perchè gestendo la nostra macchina, o vero il nostro bbq, possiamo tranquillamente far produrre fumo, senza che il legno si incendi. 
Basta solo un pizzico di esercizio e vedrete, che diminuendo l'ingresso dell'ossigeno, le fiamme non avranno luogo e produrrete soltanto il fantastico ingrediente fumo.
Noi, spesso, utilizziamo piccoli legni, che ci permettono di raggiungere il risultato sperato anche senza le famigerate chips, che il più delle volte, a seconda della pezzatura, rischiano di scivolare tra le braci e non espletare il proprio importantissimo lavoro. 
Detto questo, andiamo avanti.
Posizioniamo la patata per una cottura indiretta e attendiamo il tempo necessario affinchè il fumo brunisca la superficie del nostro tubero carnoso e la polpa diventi cedevole. 
A cottura quasi ultimata aggiungiamo una generosa dose di provola affumicata (ma va bene anche quella piccante) e lasciamo che si strugga su tutta la patata. 
A questo punto il nostro piatto è pronto. Impiattiamo e aggiungiamo una spolverata di parmigiano. Guarniamo con due mini wurstell e non ci resta che servire e gustare. 
Consigliamo di accompagnare con una pungente salsa Tiger, composta da 3 parti di maionese e una parte di wasabi (meglio ancora se lo riusciste a trovare in polvere). 
Buon appetito!


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Ricetta: Gamberoni argentini al lardo di colonnata !

7/29/2017

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Mettete una calda sera d'estate, un fresco vinello bianco, dei gamberoni argentini dal profumo di mare e qualche fetta di lardo di colonnata.
Il risultato potrà essere solo uno: un binomio perfetto tra gli ingredienti e l'inevitabile incontro con il nostro fidato amico Bbq.

Pulite del carapace i vostri gamberoni, lasciando intatta la testa e la coda e avvolgete il corpo nelle fette di lardo. 
Noi utilizziamo quello di colonnata, proveniente dall'omonimo paese sulle Alpi apuane, nel Comune di Carrara, famosissimo, per l'appunto, per la produzione di un lardo eccellente e rinomato in tutto il mondo. 
Aggiungiamo un pizzico di pepe e adagiamo il tutto su di una teglia, che posizioneremo nel nostro barbecue, per una cottura indiretta, ma con una temperatura di esercizio elevata, sopra i 200 gradi. 
Questo ci permetterà una cottura veloce e consentirà al lardo di sciogliersi sul gambero, fondendo i due sapori in un unico esaltante gusto. 
Una ricetta talmente semplice da risultare banale, ma sicuramente di banale avrà ben poco , tanto meno il risultato finale, che scommettiamo sarà apprezzato dai vostri commensali. Provare per credere !

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Pitmastruni Bbq Contest, la gara più a Sud d'Europa !

7/29/2017

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​Pitmastruni Barbecue Contest,
gara di cucina outdoor ufficiale del circuito NBC Quick Battles.
La gara più a Sud d'Europa!
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il 13 agosto 2017 a Camigliatello Silano (CS) si darà fuoco alle braci, per quello che è l'evento più fumoso e atteso di tutto il Sud Italia. 
Chiunque desiderasse ulteriori informazioni in merito alla gara, può visitare la pagina fb: Pitmastruni barbecue contest. 

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Hai un forno da pizza e non sai come sfruttarlo? Noi abbiamo fatto qualche prova per te!  Non solo pizza!

7/27/2017

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Sei il felice possessore di un forno da pizza, ma vorresti riuscire a preparare anche altre pietanze, sfruttando al massimo le potenzialità ancora inespresse? 
Noi ci siamo cimentati in una due giorni di fuoco e fiamme, con il forno "5 minuti" di Alfa Pizza e ci siamo divertiti a preparare qualcosa di sfizioso. 
Il risultato? Secondo Noi sopra ogni aspettativa. 
Eravamo pronti a domarlo, ma in realtà non è servito. Abbiamo iniziato preparando della pizza, tanto per scaldare l'ambiente. Ovviamente qui il "5 minuti" giocava in casa e non ci ha lasciati delusi. Ottimo risultato in brevissimo tempo. Dal momento dell'infornata la pizza è stata pronta sin soli 90 secondi (Sì, avete capito bene: 90 secondi a tocco d'orologio!)
A questo punto abbiamo voluto alzare il tiro e abbiamo giocato sempre con le alte temperature, mettendo in cottura dei gamberoni argentini avvolti nel lardo di colonnata, insaporiti con un pizzico di pepe. Anche in questo caso il risultato è stato a dir poco entusiasmante. Grazie alle alte temperature (oltre 400 gradi) sprigionate dal forno, il lardo si è letteralmente sciolto sui gamberoni, miscelando i sapori ed i profumi. Un boccone ghiotto,  semplicissimo da preparare e che vi farà fare una gran bella figura con i vostri ospiti.
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Non potevamo certamente fermarci qui e allora abbiamo pensato bene di far abbassare la temperatura nella camera di cottura (decisamente semplice, fruttando l'apposito coperchio, che ostruisce la bocca del forno.  Togliere l'ossigeno pr far diminuire il calore. Un concetto molto ben conosciuto agli amanti del barbecue a legna e carbonella), Abbiamo settato il forno intorno ai 230-250 gradi e abbiamo messo in preparazione le nostre patate a ventaglio con mozzarella fusa e un bellissimo stinco di maiale, preventivamente marinato in birra, salsa di soia, salsa worcestershire, aglio e lime, che poi abbiamo siringato con birra e succo di mele). 
Il rischio era di sbruciacchiare la pelle esterna del maiale, ma grazie a un minimo di maestria e all'aiuto del foil, siamo riusciti ad ottenere uno stinco succoso e morbido e una patata dalla cottura perfetta.
Potevamo terminarla qui? Assolutamente no!
Abbiamo abbassato ulteriormente la temperatura nel nostro forno e abbiamo messo a cuocere un Pulled Pork (con temperature di esercizio intorno ai 120 gradi), affumicando con legno di olivo.
Qui il forno ci ha veramente stupiti. Temperatura inchiodata sui 120 gradi, affumicatura abbondante e risultato eccellente. Nel video sottostante potete comprendere di cosa parlo.


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Dopo tante fatiche e tanti ottimi risultati, non poteva mancare la realizzazione del nostro pane. 
​Troppo facile. Risultato scontato e neppure quotato alla Snai :-)
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Sono stati due giorni intensi di prove, per testare le capacità del "5 minuti". 
Il risultato è stato quello di aver compreso l'elasticità di utilizzo di una macchina del genere. 
Abbiamo spaziato da cotture a temperature intorno ai 400 gradi , con pizze pronte in 90 secondi, fino a preparazioni lente, con temperature di esercizio piantate sui 120 gradi. 
​Abbiamo idea che ci divertiremo molto nei prossimi mesi !

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Ricetta: Hamburger semplice semplice? Why not !

7/22/2017

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Cosa rende un semplice hamburger una esperienza culinaria da ricordare? 
La risposta è semplice e retorica: "La passione per quello che facciamo!"
Al di là di queste frasi fatte, cosa fa virare la lancetta del gradimento dalla parte del gusto? 
Pochi piccoli accorgimenti trasformeranno una serata come tante, in un vero e proprio capolavoro culinario.
Per prima cosa parliamo del pane, i cosiddetti Burger buns home made. In rete si trovano centinaia di ricette veramente valide per il vostro pane e potrete sbizzarrirvi come meglio credete. 
Concentriamoci sull'attore principale di questo piatto statunitense, ovvero il burger di manzo. 
Sì perchè la differenza la fa proprio Lui. Comprare un medaglione di macinato già pressato non è la stessa cosa che realizzare un hamburger condito a dovere. 
Acquistate un bel macinato (bello grasso, mi raccomando), meglio se di taglio reale e condiamolo con sale, pepe, cumino, paprika, salsa worcestershire, curcuma, curry e un pizzico di zenzero. Amalgamiamo il tutto (mi raccomando a mano. Il più delle volte lavoriamo il macinato bello freddo di frigo e impastare a mano la carne ci aiuta ad abbassare la temperatura).
Per realizzare dei medaglioni compatti e regolari, utilizzeremo dei cerchi metallici appositi, che ci renderanno la vita più semplice. 

A questo punto prepariamo una deliziosa salsa tiger, composta da tre parti di maionese e una parte di wasabi (meglio se in polvere), che utilizzeremo come base del nostro panino, dove andremo ad adagiare la nostra carne, preventivamente grigliata e guarnita con dell'ottimo Monterey pepper jack. Una generosa spolverata di cubetti di cipolla di tropea, annaffiata con della salsa bbq home made e un'ultima spennellata di salsa tiger, il tutto guarnito con due belle fette di pomodoro da insalata.
Un Hamburger semplice e gustoso, che non lascerà indifferenti i vostri commensali. Buon divertimento con il vostro barbecue e buon appetito !

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Wine Blog: Trilogia di Zoe.

7/22/2017

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. Nasce nel cuore delle Colline Teramane ed ha tutto ciò che serve per vivere a lungo.
Al tempo dei Romani Ovidio scrisse, per portarcene memoria eterna, che da qui giungevano i vini per gli imperatori e la loro corte.
Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino schietto ed intenso senza essere eccessivo e non c’è da preoccuparsi della sera estiva molto calda, in cui sappiamo di poterne godere. Stasera abbiamo il 2006, 2007,2008…e il 2006 affascina più degli altri tutta la tavolata.
Il percorso che fanno queste tre bottiglie, comincia con le uve del vitigno omonimo coltivate in regime biologico che, come deve essere, maturano tardivamente, nella seconda,terza decade di ottobre. Almeno 24 mesi di affinamento in botti di rovere da 22 hl e altri 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Li versiamo, li annusiamo e lasciamo loro il tempo di invitarci, quel poco che serve, come una donna che arriva e controlla se si piace prima di entrare…

Vaddinelli Zoe Docg 2006.
Colore rosso rubino intenso, questo è il calice più brillante. Giovinezza estrema gusto-olfattiva, il più raffinato e vivo. Lunghissimo e coerente al sorso.
Le note di frutta si uniscono a quelle più ferrose e sanguigne, sentore di acciuga salata e oliva in salamoia, la frutta fa da mantello e torna una mora non ancora matura e una ciliegia marasca. Liquirizia e menta compongono il piacevole lato balsamico, tipico per questi vini. Erbe aromatiche e tannino gentile come deve tipicamente essere, decisi ma che si lasciano percepire in modo morbido, senza aggredire la bocca mai. Freschezza e vivacità bilanciano una struttura raffinata in ogni tassello sensoriale.
Il 2006 è stata enologicamente parlando un’annata speciale qui in Abruzzo. Un vino PRECISO, come direbbe Gambelli !

Zoe Docg 2007
Tutti i vini di stasera sono Montepulciano d’Abruzzo in purezza (da disciplinare sarebbe consentito anche al 90%, con una parte di Sangiovese fino al 10 %).
Colore leggermente più carico ed intenso del precedente. Subito sembra il più pronto, bella complessità fruttata di ciliegie e duroni, ribes maturo,liquirizia e anche radice di liquirizia,di quelle che si masticano se si vuole smettere di fumare ( anche se non ho mai fumato). Speziato,ferroso,leggermente ammandorlato nel finale, bella persistenza. Questa delle tre bottiglie è la più immediata al primo impatto. Tannini leggermente più morbidi del 2006 che sorprende anche nell’evoluzione che offre nel calice…che vince su tutti.

Vaddinelli Zoe Docg 2008
Frutta già al naso molto più matura, soprattutto ciliegie, cioccolato amaro, spezie,carne. Tra tutti necessita di tempi più lunghi per venirci incontro. Coerente sensorialmente al palato, ma in una fase evolutiva transitoria rispetto alle altre annate in degustazione. Meno fresco nel finale meno balsamico. Un vino da assaggiare tra 6 mesi per capirne la fase evolutiva.
Questi tre vini sono profondi anche nel riportarci la visione d’annata e d’evoluzione. Si lasciano scoprire attraverso le metamorfosi nel calice, al di là del vitigno, nel tempo e nel territorio.

Apro una parentesi anagrafica perché troppo spesso si ricorre nel fraintendimento tra profani e meno profani. Il Montepulciano d’Abruzzo non è assolutamente il Nobile di Montepulciano, con cui spesso viene confuso e viceversa.
Entrambi vini rossi intensi e da invecchiamento (anche se di potenzialità differenti). Nel primo caso in Abruzzo, il vino prende il nome dal vitigno omonimo, che deve essere almeno il 90% (il saldo può essere fatto con Sangiovese), mentre in Toscana il vino prende il nome dalla città dove si produce ed è da base Sangiovese ( qui detto Prugnolo Gentile) almeno 70% e il rimanente altri autoctoni del luogo.
Torniamo sul 2006 che è la prima bottiglia a finire sul tavolo, il vino che assaggio va oltre la degustazione. Segna come sempre il momento, quando mi piace e non posso evitarne il paragone con questa sera estiva, intensa e fuori dalle convenzioni. Questa sera lunga come il 2006, eterogenea come le tre bottiglie, complesse come la trama che dispone la vita a certe persone, in cui a volte il momento sbagliato è quello più giusto. Le intensità strutturali, raffinate di certi vini che vanno oltre le stagioni e gli abbinamenti…come le persone.

Matrimoni enogastromici: per lo più ( o per i più )“cicciaroli” … ottimo con gli arrosticini e il piccione arrosto. Su suggerimento della mia amica Barbara R. vi consiglio il cinghiale ( anche vivo come dice lei …).
Formaggi: ottimo con pecorino a stagionatura media ( provato con il pecorino del lago di Bolsena che risulta troppo delicato, perfetto equilibrio invece con il media stagionatura di Amatrice) e lunga, noi abbiamo provato con la capra ma è una coppia molto alternativa e poco stabile. Il 2006 con il gorgonzola riesce a mantenere una persistenza sublime. Ottimo con il coniglio in umido di Monica B. in cui la presenza d’eccezione del pomodoro, contrastava la sua acidità, le morbidezze e il calore al sorso là dove sarebbero state eccessive per una sera di luglio.
Via libera a contorni di funghi, melanzane e hummus di ceci.


Articolo della nostra collaboratrice Monica Cinquini Wine and Rhum Blogger
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bbq blog: Giù le mani dalla Bistecca alla Fiorentina !

7/22/2017

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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo (clicca qui per l'articolo citato) sulla cottura "storica" della bistecca alla fiorentina e da lì ne è nato un vero e proprio caso nazionale. 
Sembra che il solo pensare di poter pubblicare un articolo dove si fa riferimento alla storia della cottura toscana, di questo taglio pregiato, inneschi una reazione (che in questo caso non è quella di Maillard), come se qualcuno si sentisse punto nel vivo. 
Sinceramente non ne comprendiamo il motivo, anche perchè, senza entrare nelle specifiche tecniche, che affronteremo a breve, nel nostro post si era stati onesti sin da subito, infatti avevamo dichiarato che non avremmo riportato l'unico metodo corretto della cottura in griglia di questa bistecca, ma solamente quello che è da sempre il metodo di cottura utilizzato e che identifica, insieme ad altri fattori, la vera, unica, indiscutibile, bistecca alla fiorentina.
Si pensi, che per voler essere persino troppo precisi e un pò petulanti, avevamo ribadito questo concetto anche in chiusura di articolo. 
Da qui apriti cielo... Ne sono conseguite, su di un noto sito di settore e la relativa pagina facebook, una serie di diatribe epistolari tra vari schieramenti di griller, dove si è parlato e discusso sui metodi di cottura, sul taglio e sulle tecniche di preparazione della carne. 
Tutto questo perdendo sin da subito il punto di riferimento del discorso e della discussione che ne è scaturita. Il tutto si è incentrato sul dire che i toscani dovrebbero aprirsi, essere più recettivi e comprendere che i loro metodi di cottura sono ormai superati e quello non è il miglior modo di cuocere una fiorentina. 
L'errore sta proprio qui. Sì, perchè rifacendoci alla tradizione popolare fiorentina, non si può scegliere la razza, non si può scegliere il legno per la cottura e non si può neppure scegliere di spennellare d'olio la nostra carne, così come non si può scegliere di utilizzare il "reverse searing" come tecnica precottura e non si può neppure scegliere se farla al sangue, media cottura, o ben cotta, come dice chi non ha mai mangiato una vera fiorentina.
Con questo non voglio dire che tutto ciò che ho appena escluso non potrebbe contribuire alla riuscita di una bistecca persino migliore (i gusti son gusti); dico solo che non sarebbe una bistecca alla fiorentina. Concetto basilare e CREDEVO di semplice recepimento, ma probabilmente devo essermi espresso in maniera poco chiara (in effetti lo avevo scritto solo ad inizio e a fine post. Mea culpa).
E' stato poi detto che nessuno ha spiegato per quale motivo i metodi di cottura "alternativi" non fossero migliori dei tradizionali e anche qui alziamo le braccia e ribadiamo ancora una volta che non può esistere comparazione, perchè cambiando materia prima, piuttosto che metodi di cottura e grado di cottura della stessa, non potremmo più parlare di fiorentina, ma se proprio volessimo addentrarci nello specifico e per un attimo far finta che questo confronto si possa fare, parliamo di alcuni aspetti tecnici.
Reverse searing: partiamo dal presupposto che nella storia della fiorentina, ahimè, non si è mai sentito parlare di questa tecnica, ma al di là di questo aspetto di "poco conto", si parla di portare la carne a 55 gradi interni, prima di procedere alla cottura della stessa. Bene signori, 55 gradi interni trasformerebbero la vostra amata bistecca in un roastbeef. Il solo "reverse searing" che conosce la bistecca è quello che si fa lasciando per il giusto tempo la carne a temperatura ambiente... e anche questo lo avevamo spiegato nel post precedente (il termine reverse searing tra virgolette, paragonato alla carne a temperatura ambiente era una castroneria voluta... ci teniamo a specificarlo... non si sa mai che qualcuno ci creda!).
Non si può scegliere, come abbiamo già detto in mille modi (ci manca solo di fare dei disegnini), la temperatura al cuore della fiorentina. Questa si aggira inderogabilmente intorno ai 37-38 gradi.
Ebbene sì, all'interno questa bistecca è cruda, ripetiamo ad alta voce: "CRUDA!".
Se qualcuno desidera una fiorentina cotta al suo interno, nei migliori ristoranti toscani del settore, probabilmente avrebbe una sola risposta: "NO!".
Spennellate di olio: questo per Noi è un errore tecnico. L'olio di oliva ha il suo punto di fumo a 210 gradi. Se consideriamo le nostre braci (Originariamente di legno di olivo) a temperature infernali e le griglie poste a 10-15 cm di distanza, come possiamo pensare che l'olio non abbia un effetto negativo, visto che i 210 gradi sarebbero sicuramente raggiunti e superati? Ci spiace, ma anche questa libera ispirazione sulla cottura non ci convince per nulla. 

Detto questo, vi invitiamo a cucinare le vostre bistecche nel modo che preferite, al grado di cottura che gradite e utilizzando le bizzarrie tecniche che ritenete opportune, ma fateci e fatevi un favore... non chiamatela Fiorentina!

Giù le mani dalla Regina indiscussa... e se proprio volete parlarne, per prima cosa sciacquatevi la bocca in Arno !


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Ricetta: La Bistecca alla fiorentina... una volta per tutte !

7/19/2017

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Oggi parliamo della regina dei tagli di manzo. Della protagonista indiscussa di ogni tavola imbandita. La "fiorentina", altro non è che una bistecca nel filetto, ovvero la meglio conosciuta T-bone. Questo taglio di carne è conosciuto e apprezzatissimo in tutto il mondo e le ricette per la sua cottura si perdono nei tempi dei tempi. Oggi non siamo qui a pubblicizzare una cottura, esaltandola come l'unica verità assoluta. Oggi siamo qui a spiegarvi come si cuoce una fiorentina, seguendo la ricetta originale. 
In realtà si tratta di un procedimento semplice, privo di grosse complicazioni. Basta seguire alla lettera alcuni passaggi e possiamo realizzare un'ottima bistecca, ma proprio nella sua semplicità che si cela tutta la sua difficoltà. La realizzazione di una fiorentina cotta alla perfezione è il termometro per misurare l'abilità del griller di turno. 
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Per prima cosa la scelta della carne e la pezzatura della nostra bistecca sono le basi dalle quali partire. Sembrerebbe una cosa banale, ma così non è. 
Basti dire che se si parla di Fiorentina, si parla inevitabilmente di "Chianina". Senza se e senza ma! 
Anche se oggi vediamo blasonati esperti del settore proporre bistecche fiorentine ricavate da altre razze e per di più in alcuni casi nate e cresciute all'estero, questa specialità toscana ha come ingrediente principale le carni di Chianina.
Si prediligerà una carne ricca di venature di grasso (la cosiddetta marezzatura, oppure marmorizzazione che dir si voglia), avendo cura che il taglio sia netto e deciso a che abbia lo steso spessore dal principio alla fine, per evitare difformità in cottura. 
Per prima cosa si lasci la carne a temperatura ambiente per il tempo necessario, per evitare una carne troppo fredda al suo interno al momento della cottura, con uno sbalzo termico che di certo non aiuterebbe la buona riuscita del piatto. 
Prima di procedere alla cottura si asciughi con cura, con un panno di carta, la superficie della carne. Questo procedimento aiuterà la carne nelle prime fasi di cottura, permettendo alla stessa una cauterizzazione violenta, con una reazione di maillard decisa, che avrà il compito di donare croccantezza, con la formazione di una crosticina tipica e aiuterà la nostra fiorentina a trattenere i succhi all'interno e a guadagnare nel gusto finale.
Le braci dovranno essere a "livello inferno" e posizionate tra i 10 e i 15 centimetri dalla nostra carne. L'aroma tipico di questa specialità toscana è sprigionato dal sentore di caramello della carne grigliata con violenza, tanto che in alcuni punti potreste trovarla persino leggermente sbruciacchiata (no panic, fa parte della tradizione).
Ci raccomandiamo di una cosa: evitate di cospargere di olio la carne. Siamo ben convinti che ciò possa aiutare alla formazione di una superficie più croccante, ma semplicemente non rientra nelle procedure tipiche della ricetta della bistecca alla fiorentina e chi ve la passa come operazione da fare nella preparazione, vi sta dicendo qualcosa che non corrisponde a verità.
Altra procedura da evitare assolutamente è quella di salare e pepare la nostra carne prima ancora di metterla sulle braci. La bistecca alla fiorentina conosce un solo metodo di condimento, ed è quello di salare e pepare a termine della cottura. In tutti gli altri casi non stiamo seguendo la ricetta originale. Rassegnatevi!
Evitate "reverse searing" e altre diavolerie simili. I Toscani sono molto suscettibili su queste cose e potreste rischiare grosso :-)
In ultimo, ricordatevi che l'unico foro concesso sulla vostra bistecca è quello del vostro termometro a sonda, che vi indicherà precisamente il punto di cottura. La fiorentina non si gira con i forchettoni e non si tratta, anzi non si maltratta, sbattendola di qua e di là senza alcun senso. La si deve trattare con i modi che gli sono dovuti. Dopotutto stiamo parlando di una Regina!
In molti vi diranno che i gradi di cottura della fiorentina sono: "al sangue" intorno ai 55 gradi interni, "media" intorno ai 65 gradi e "ben cotta" ad una temperatura interna che non vogliamo neppure immaginare. 
Noi vi diciamo che è TUTTO FALSO !
Non sindachiamo lo standard con il quale vengono definite le varie cotture, ma vi diciamo, senza paura di essere smentiti, che la fiorentina prevede un solo grado di cottura, ed è quello al sangue, che in Toscana non coincide propriamente con quello di riferimento sopra indicato.
La bistecca che vedete in foto è stata tolta dal fuoco a 37 gradi interni e lasciata riposare 5 minuti, prima di essere tagliata, impiattata e servita. 
​Questo ha consentito alla carne di guadagnare almeno un grado e di dare tempo ai succhi di ridistribuirsi. Il risultato finale è stato che al taglio non abbiamo avuto una eccessiva perdita di succhi, migliorando di fatto anche la presentazione del nostro piatto. 
La vostra "Fiorentina" è pronta, non vi resta che gustarvela, accompagnandola con un buon rosso. Noi vi consigliamo un ottimo "Bruciato" di Bolgheri, della tenuta Guado al tasso. 
Come vi abbiamo detto in apertura di articolo, non vi abbiamo dato la ricetta per la bistecca perfetta, ma abbiamo cercato di fornirvi le antiche procedure per una "Fiorentina" che sia conforme alla ricetta originale.  


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Ricetta: "Diaframma di Manzo". Barbecue blog dei Tipi da griglia

7/16/2017

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Oggi parliamo del diaframma. 
Si tratta di un taglio di carne ricco di ferro, dal gusto deciso e che ti sconvolge sin dal primo assaggio.
Stiamo parlando di un muscolo posizionato proprio al centro del petto del manzo, che viene irrorato da molto sangue, in quanto attore principale nella respirazione dell'animale.
Se amate la fiorentina, se siete cultori della carne alla griglia e siete continuamente in preda alle visioni mistiche di barbecue sfrigolanti, questo è il taglio giusto per Voi.
La cottura non ha segreti, ma solo qualche accortezza, in quanto se lo lasciamo cuocere troppo rischiamo di rovinarlo e ritrovarci a mangiare una soletta di scarpe. 
Andiamo per ordine e seguiamo questi pochi passi, per assicurarci un diaframma grigliato alla perfezione, che ci regali una esperienza culinaria degna dei migliori ristoranti stellati.
Cottura diretta, con griglie roventi.
Posizioniamo il nostro diaframma sul barbecue, facendo sì che la reazione di maillard, con la cauterizzazione della carne superficiale, doni l'aspetto tipico della grigliata.
Una rapida passata da ambo i lati e andremo a togliere dal fuoco a 45 gradi interni. 
Lasciamo riposare qualche minuto prima di andare a tagliare, per evitare una eccessiva fuoriuscita di succhi e serviamo con un pizzico di sale, un velo di pepe e un filo di olio extra vergine di oliva.
Non vi resta che assaporare l'aroma inconfondibile di questo magico taglio, che sprigiona profumi inebrianti e particolarmente tipici.
La presenza del ferro dona un gusto caratteristico, molto marcato, che lascia i commensali  stupiti e soddisfatti. 
Ottimo per bambini, donne che necessitano di una buona dose di ferro e per tutti gli anemici.
Noi ci abbiamo abbinato una birra decisa, non filtrata, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia. Stiamo parlando della Ambar del birrificio San Biagio, una Strong ale, birra artigianale scura, premiata con la medaglia d'oro nel 2011 al "mondial de la bière". 
A questo punto non ci resta che augurarvi buon appetito!


Tipi da griglia ( barbecue blog ; griglia blog ; grilling blog ; food & beverage blog )
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