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L'ingrediente fumo !

4/2/2017

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​Parlare di barbecue porta inevitabilmente a parlare di fumo e di affumicatura. 
Ciò che distingue un buon "Griller" è la capacità di abbinare e dosare il giusto fumo, modulando questo vero e proprio ingrediente con consapevolezza e opportunità. 
Sì, avete capito bene, abbiamo chiamato il fumo "INGREDIENTE" e adesso vi spieghiamo il perchè.
Dato per scontato, in questo articolo, la metodologia tecnica che consente di utilizzare correttamente il fumo, andiamo ad analizzare le varie essenze che possono essere utilizzate e quali varianti apportano al risultato finale.
Facciamo una semplice suddivisione per semplificare l'argomento. Dividiamo in morbido, forte e fruttato. Agli esperti di settore questa suddivisione potrà risultare semplicistica, ma questo articolo è indirizzato a chi deve ancora comprendere alcune basi del barbecue (quindi non voletemene).
Tra i legni che possono essere utilizzati per donare una affumicatura morbida, adatta per tipi di carne come pesce, pollame e formaggi giovani e delicati, abbiamo il faggio e l'ontano, non troppo aggressivi sulle carni, lasciano un sentore adeguato alle caratteristiche organolettiche della materia prima, mentre altri legni, come la quercia, il mesquite, il noce americano (hickory), risultano più pressanti, con un sentore deciso e marcante, adatto alle carni come l'agnello, il piccione,  il manzo e la cacciagione in genere, che richiedono una affumicatura più "strong". In ultimo abbiamo una serie di legni da frutto, come il melo, il pero, il ciliegio, ed anche il mandorlo, che donano un aroma dolciastro e fruttato, che si sposa appieno con carni come il manzo, il maiale e il pollame in generale. 
Pare chiaro che ogni tipologia di legno apporta un suo particolare aroma e questo fa del fumo un vero e proprio ingrediente, capace di mutare il gusto finale del nostro piatto. 
Addentrandoci nel tecnicismo della preparazione, sarà necessario sapere quando le carni riescono a prendere il fumo e soprattutto quanto fumo si renda necessario per un risultato ottimale. 
Insomma il sentore di affumicato non è solo la conseguenza di una cottura al fuoco, ma una ricerca studiata e veicolata, a seconda dei gusti e delle ricette. 
L'affumicatura è sicuramente un cavallo selvaggio da domare e non sempre risulterà semplice riuscire a dosare a dovere questo ingrediente. Nulla di grave e nulla di irreparabile. Tutto risolvibile con della pratica e una buona dose di passione. 
Non vi resta che accendere le braci e cominciare a sperimentare. Buon divertimento.

Tipi da griglia

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wine. Recensione: Migliarina 2009. Ottimo con l'agnello, ed il capretto !

4/2/2017

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Ecco a Voi il secondo articolo della Sommelier, degustatrice rum, wine and rum blogger, Monica Cinquini. Il suo è un prezioso contributo, che arricchisce le pagine del nostro sito. Buona lettura!

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Assaggio che è come un racconto di infanzia. Esuberante con tutto un se stesso inconsapevole, un vino da incarnare sulla base di un istinto. Cerco qui dentro la prima impressione che ha fatto. Leggo i consigli che Roberto Rondelli vi ha colto. Un vino che si è sovrapposto al sogno di un ragazzo sulla via del costante autoperfezionamento. Non serve  molta pazienza, ma deve respirare. Si comincia con frutta nera e matura, c’è una leggera ossidazione che si disperde veloce.

Il sorso è ancora  succoso e coerente con una nota piacevole di finale amarognolo.  Dimostra più anni di quelli che ha… nel corpo e nella mente. Esperienza e gioventù delle vigne e del vignaiolo.  Frutta di bosco ed un tocco di fiore, appare l’elicriso che ora so trovare.  Ematico, balsamico, mentolato, ed intrigante.
Un vino di introspezione e consapevolezza, da cercare tra terra ed età, nel senso più ampio di entrambi i termini. Tra annata ed “andata “.
Andare incontro al proprio destino e leggere poi che si è fatto davvero bene, in un vino che resta decisivo e ancora fascinoso. Minor freschezza rispetto ai 2011, 2012 e 2013. Persistente  anche in abbinamento con formaggio a latte crudo di capra, in cui rivela e tocca,tasti sensoriali alternativi. Me ne verso ancora ed escono fuori altri balsamici, ora si sposta sulla liquirizia. Ci avvolge il cuoio e la sua corrispondenza al palato, ma ormai è finita la bottiglia. Il tannino docile del rossese ci accompagna e mi sento privilegiata da un assaggio ormai irripetibile.
Per farmi guidare in abbinamenti liberi,da chi la carne la mangia eccome,sono con il compagno perfetto ! Spuntano capretto ed agnello alla griglia,in tempi non sospetti e il connubio vince su tutti gli altri. Io sottolineo il lato caseario : un tomino grigliato su letto di funghi porcini…e la deliziosa capra morbida e fresca a latte crudo, dalla consistenza fondente.
Cinquini Monica 

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Intervista: Storie di Bbq. Mauro Chiefari, un italiano ad Austin!

4/1/2017

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Oggi siamo qui con Mauro Chiefari, un ragazzo, un italiano, che ha attirato la nostra (e speriamo la vostra) attenzione per la sua storia di vita, che ovviamente è ben intersacata al mondo del barbecue.
 
Mauro parlaci di te e come sei giunto dove sei

Nel 2007 mi sono trasferito a New York, dove in quattro anni ho lavorato in diversi ristoranti e steak house. Decido di rientrare in Italia e frequentare l'Alma di Colorno per poi lavorare al ristorante Duomo a Ragusa Ibla, dello Chef Cicco Sultano.
Rientro negli USA con l'idea di specializzarmi sulla carne. Dopo brevi esperienze lavorative in Denver Colorado, New York , mi trasferisco in Kansas, dove in un "Road trip" mi imbatto nella città di Austin. Inutile dire che la prima cosa che ho fatto e' andare da Franklin, ma mi resi subito conto che il BBQ in tutta la città aveva un qualcosa di speciale. Per carattere tendo ad ossessionarmi alle mie passioni: a 14 anni avevo un Ciao che faceva 120km/h, da ragazzo mingherlino, a 24 anni, sono arrivato al podio dei campionati Italiani di body building...e il BBQ non ha fatto eccezione.
Mi trasferisco ad Austin, mando curriculum a raffica in tutti i migliori "BBQ joint" della citta'.
Dicevo, tra me e me, vengo da un due stelle Michelin, faranno a gara per assumermi!
Ma non è' stato così. Decido allora di applicare la legge di Maometto (quella della montagna) partecipo ad una competizione amatoriale di BBQ, letteralmente con un bidone e mi classifico primo nel brisket.
Bill Kerlin, titolare di Kerlin BBQ, dove lavoro attualmente, era uno dei giudici. Siccome lui aveva iniziato proprio come me, in un misto compassione e simpatia mi assume!
Morale ...Maometto aveva ragione.

Per prima cosa, hai detto, che arrivando in città sei andato immediatamente da "Franklin", rendendoti subito conto che il bbq aveva qualcosa di speciale. Spiega a Noi poveri mortali che non abbiamo vissuto la tua esperienza, cosa voglia dire che il bbq in città è qualcosa di magico.

Un po' ovunque ad Austin aleggia questa frase "KEEP AUSTIN WEIRD". Viene definita come la citta' dove i giovani si vanno a pensionare. Austin e' la citta' con maggiore crescita degli USA, assediata da un ' orda di hippy , nerd, cowboy, messicani, businessman, che la rendono dinamica ed interessante. Il cibo, che deve incontrare la domanda del cliente, viene per forza coinvolto. Gli addetti al BBQ hanno saputo adattarsi a questi cambiamenti aggiornando le ricette ma senza tradire l'antica tradizione del BBQ. Quando io assaggio a Soverato (paese dove sono cresciuto) una polpetta di carne, mi ricorda mia nonna e non mia cugina. Quando assaggio un brisket ad Austin, mi ricorda sia mia nonna che mia cugina. Questo per dire che hanno saputo gestire benissimo il testimone del passaggio generazionale nel BBQ.

Iscriversi ad una gara amatoriale, con un bidone e arrivare primo nel brisket, equivale per certi versi alla vittoria di Rocky Balboa su Apollo Krid. Un aspetto poetico, che ormai è leggenda...e invece a te è capitato. In cosa consiste il tuo ruolo nello specifico, all'intermo del Kerlin bbq?

Il primo passo, appena arrivato da Kerlin, e' stato quello della gestione del fuoco, poi del Pit, poi della carne, poi della carne sul fuoco nel Pit. Un giorno il tipo che tagliava la carne si licenzia e così sono passato al taglio della carne durante il servizio. Quindi io mi occupo di gestione del Pit e servizio, che tradotto vuol dire che a parte dormire qualche ora per notte non faccio molto altro. Sinceramente la ristorazione non mi manca! Il lavoro del Pit Master e' all'aperto , ma la cosa più' bella e' che hai un rapporto diretto con il cliente, ed e' una esperienza che mi arricchisce ogni giorno.

Noto, con piacere, che segui le vicende e le vicessitudini del barbecue in Italia. Che differenze noti tra l'italico fumo e il barbecue statunitense?

Quando a 24 anni ho lasciato l'Italia il motivo e' stato perche' c'erano troppi laureati e pochi posti di lavoro. Nel BBQ italiano noto la stessa situazione. Troppe persone concentrate sulle gare e pochi BBQ joint. A mio parere questo crea confusione. Una persona che si approccia per la prima volta al BBQ tende ad avere una visione un po' distorta del vero ruolo del BBQ, che fondamentalmente e' quello di sfamare la gente, non i giudici di gara.

​Il mondo del barbecue italiano è in continuo fermento, quasi un gorgoglio da fermentazione in botte. Quale futuro vedi per questa passione che sta invadendo lo stivale?

Noi italiani siamo maestri nel reinventarci. Arriveremo sicuramente al punto dove riusciremo a prendere quello che c'è di buono nel BBQ degli USA, ed adattarlo in chiave italiana , cioè creare un prodotto che piaccia alla gente, con materie prime locali.
​
Dicci la verità: ma questo Franklin è veramente il top?


Franklin e' stato l'anello che ha congiunto il vecchio stile al nuovo. Lui da solo, nel giardino di casa. Ha per primo apportato quegli accorgimenti al BBQ che hanno reso lo scambio generazionale possibile, influenzando un po' tutti nel settore. Quando io vedo "Franklin" vedo mio (cugino), non un tipo burbero, con fiamme e fuoco, che vuole per forza vendermi qualcosa. Lui è' stata la prova vivente che uno normale, in un giardino, puo' avere enorme successo nel mondo del BBQ.
Mentre lui cucinava, in giardino, Austin cresceva in maniera esponenziale, anno dopo anno. La vita costava la meta'. Questo ha sicuramente aiutato.
Credo che ci siano una decina di BBQ con prodotti eccellenti ad Austin, tutti allo stesso livello. Quello che rende Franklin il numero uno e' che riesce ad offrire un buon prodotto nonostante gli enormi volumi di carne venduti.

Mauro, da quella che è la tua storia, sei una persona dinamica, in continuo mutamento. Cosa c'è nel futuro di Mauro Chiefari?

Al momento tra il bbq joint e corsi che organizziamo, sono molto preso! Non abbiamo ancora formalizzato, ma forse questa estate aiuterò la start up di un BBQ JOINT a Milano.
Probabilmente neri prossimi anni aprirò un mio BBQ joint. C'e' da considerare pero' che ho appena comprato una HARLEY DAVIDSON ... quindi niente e' sicuro e per sempre...

Un saluto per tutti i Tipi da griglia che leggeranno questo articolo

Un caro saluto a tutti voi Tipi da griglia ...anche da Willie!! "La conclusione di tutte le nostre ricerche sara' arrivare dove eravamo partiti e di conoscere il brisket per la prima volta"
​T. S.Eliot (versione BBQ)

Un sentito grazie a te per il tempo che ci hai voluto dedicare. La tua esperienza ci affascina  e continueremo a seguirti. Sei un pò di Noi e questo ci fa sentire molto vicini a te!


​Tipi da griglia
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